Loriano Macchiavelli, Cos'è accaduto alla signora perbene?  (1979, 2006)
Loriano Macchiavelli, Cos'è accaduto alla signora perbene? (1979, 2006)

In La stagione del pipistrello Macchiavelli costruisce un’interessante architettura narrativa che ingloba brani di alcuni suoi romanzi precedenti, quasi a sottolineare la permanenza di alcune tematiche e, forse, ad affermare che alcune previsioni si sono realizzate, dal momento che quei testi ormai datati possono essere ancora riutilizzati in un romanzo che si svolge, addirittura, nel futuro.

Accade così che un romanzo del 1979, Cos’è accaduto alla signora perbene?, faccia capolino fra le pagine di questo nuovo testo fra le mani di Settepaltò, uno dei personaggi storici delle storie di Sarti Antonio. Il questurino chiede all’amico:

 

«“Cosa stai leggendo Sette?”

Settepaltò fa una pieghina nell’angolo della pagina, chiude il volume, si alza a sedere e mostra la copertina. Il titolo: Cos’è accaduto alla signora perbene. Dice: “Una storia tua. Mi piace Dido”» (p. 343).

 

Il piano metanarrativo - Sarti sa di essere protagonista di una serie di romanzi - meriterebbe un approfondimento troppo complesso per questa sede. Rileviamo solo che questo dialogo è un’anticipazione di ciò che accadrà più avanti. Anzi, ciò che succede nelle pagine successive dipende proprio da questo dialogo. Le parole di Sette infatti suggeriscono al questurino la mossa successiva: nascondersi insieme alla Biondina nel piccolo paese di montagna in cui abita Dido e in cui si era già ritirato nel romanzo che il personaggio sta leggendo. Ma Macchiavelli va oltre, non si limita a citare un suo romanzo precedente o a ripeterne alcune vicende ma inserisce nel testo nuovo pagine di quello vecchio. Il capitolo 41 di La stagione del pipistrello (p. 356-360) è la fedele trascrizione della prima parte del capitolo 13 di Cos’è accaduto alla signora perbene?, significativamente intitolato Un po’ di pace.

Una curiosità relativa a questo romanzo. Abbiamo detto che è uscito nelle librerie per la prima volta nel 1979, ma non come pubblicazione autonoma, bensì all’interno (p. 363-485) di una raccolta, Sarti Antonio un questurino e una città, che comprende altre storie più o meno lunghe - Fiori alla memoria (p. 1-104), Ombre sotto i portici (p. 105-218) e Sui colli all’alba (p. 219-361) - inframmezzate da Conversazioni perimetrali che saranno poi eliminate in edizioni successive. I quattro romanzi brevi infatti verranno poi pubblicati autonomamente in seguito. Nel 2006 è il turno del romanzo che sta leggendo Settepaltò, che esce in libreria nell’edizione Einaudi di cui qui vediamo la copertina. Si nota però una piccola differenza: il titolo perde il punto interrogativo e diventa Cos’è accaduto alla signora perbene. Ad abbozzare un’interpretazione di questa minima modifica - ricordando che la “signora perbene” del titolo altri non è che la città di Bologna - si potrebbe pensare che lo stupore che si provava nel 1979 di fronte alla crisi in cui, a detta dell’autore, si dibatteva il capoluogo emiliano dopo essere stata additata come “isola felice” nei decenni successivi, si è trasformato nella triste constatazione di una condizione che nel 2006 non è più da interrogare e discutere ma da affermare in maniera quasi perentoria.

 

Loriano Macchiavelli, Cos’è accaduto alla signora perbene, Torino, Einaudi, 2006.

Collocazione: 17* AA 947