The General
@ Piazza MaggiorePiazza Maggiore, Bologna
(USA/1926-1927) di Buster Keaton, Clyde Bruckman (79')
Fa parte de Il Cinema Ritrovato 2020
Il cinema muto ha prodotto solo due epopee comiche: La febbre dell’oro di Chaplin nel 1925 e The General di Keaton nel 1926. A sorprendere non è che siano state così poche, ma il fatto stesso che siano esistite. Giacché una forma simile non c’era prima che questi due uomini trovassero il modo di realizzarla. Le qualità di un comico non sono affatto ciò che serve a un’epopea. Un’epopea ha bisogno di un evento di grande portata e significato, radicato in un momento storico, un momento così rappresentativo da assumere connotazioni mitologiche. Ha bisogno di un eroe che non deve per forza essere perfetto ma le cui aspirazioni sono commisurate alle sue capacità. È una forma nobile, l’epopea in quanto tale, e profondamente seria. Ma lo specifico della commedia è sempre stato quello di ridimensionare l’ambizione, di schernire la gravità, di chiedere cosa possa esserci di tanto nobile in un uomo con un lembo della camicia che gli esce dai pantaloni. La qualità epica svanisce sotto l’assalto del clown. […] Come ricorda [Rudi] Blesh, Keaton disse al suo staff “Dev’essere così vero da far male” quando per The General decise di costruire copie fedeli delle locomotive della Guerra civile, fece confezionare quattromila uniformi militari e si mise a caccia di foreste vergini. Per il materiale del suo film Keaton attingeva alla storia, a una storia che aveva già assunto connotazioni mitologiche. Keaton aveva sempre prediletto le grandi dimensioni: navi, locomotive, uragani. Aveva già abbracciato oggetti giganteschi e percorso a capofitto la vastità del paesaggio. […] La storia che aveva concepito sfruttava al massimo uno degli strumenti più venerabili del cinema muto. Era un lungo inseguimento. O meglio, due lunghi inseguimenti consecutivi: da sud a nord, da nord a sud, lungo la stessa linea ferroviaria. E c’era sempre stato un altro lato, un lato geometrico, nel suo senso della forma narrativa. […] Il film di Keaton somiglia a un boomerang. The General è una grande parabola scagliata verso l’orizzonte, descrive una prima lunga curva ascendente che sembra poter durare in eterno, poi torna indietro in una traiettoria di rientro graduale e minacciosa, fino ad atterrare senza perdita di forza nella mano di colui che ha effettuato il lancio. Potremmo definirla ‘la Curva di Keaton’, ingigantita fino ad abbracciare le due metà di un continente.
Walter Kerr, Silent Clowns, Alfred Knopf, New York 1975
Buster Keaton e il suono della locomotiva
Non è la prima volta che mi viene chiesto di adattare o ridurre una delle mie partiture per film, tuttavia non avrei mai immaginato di dover riorchestrare un pezzo per ragioni sanitarie. Nel 2005 la Berner Symphonie-orchester mi ha commissionato una partitura per The General per grande organico. L’orchestra svizzera constava di circa ottanta musicisti, e da allora ho eseguito molte volte questa musica con altre orchestre. Avendo ogni colore strumentale a mia disposizione, l’orchestrazione originale mi aveva consentito di emulare il peso e la velocità della locomotiva.
L’emergenza Covid-19 ha reso impossibile, almeno per il momento, dirigere una grande orchestra. Ma in teoria ogni ostacolo può trasformarsi in una nuova opportunità, e questa edizione speciale del Cinema Ritrovato mi ha offerto la grande occasione di rivedere la mia musica e capire come la composizione potesse cambiare non solo dal punto di vista del colore, ma anche del carattere.
Il lavoro di adattamento è rimasto fedele allo spirito originale della composizione, nel senso che ho tentato di realizzare una partitura che rimandasse ai canti della Guerra civile americana, senza però usare brani popolari autentici. Le musiche della Guerra di secessione, imprescindibili dai loro testi, avrebbero portato con sé un repertorio di immagini che a mio modo di vedere rischiava di entrare in competizione con il film, ma il ritmo e il sapore pungente di quelle canzoni pervadono la mia partitura e vengono direttamente dagli spartiti degli anni Sessanta dell’Ottocento che ho raccolto nel corso dei decenni.
Al centro dell’orchestra c’è una sezione ritmica in stile Southern composta da chitarra, contrabbasso, batteria acustica senza fusti, pianoforte e quattro sassofoni. Da giovane mi è capitato di far parte di vari gruppi hillbilly, quindi non è stata una forzatura artistica, anzi è stato interessante utilizzare la stessa configurazione in una partitura per il cinema. L’orchestrazione ridotta aiuta a mantenere vivo lo slancio quando il film necessita di un tocco più lieve, e fa da cornice a svariati assoli orchestrali.
Mentre nella partitura originale avevo fatto ampio uso di ottoni e percussioni per i perpetui ritmi meccanici che emulano la locomotiva a tutta velocità, questo nuovo adattamento si fonda sull’intimità e il colore western autentico, vera linfa vitale della composizione.
Ho anche fatto ricorso a uno strumento molto antico e sconosciuto (almeno in Europa), il ‘Railroad Imitation’ ideato da Ludwig & Ludwig nel 1914, praticamente impossibile da reperire, tanto che ho dovuto costruirne uno ex-novo per questo concerto. Era uno dei tanti strumenti creati per i percussionisti che si esibivano nei cinema all’epoca del muto. È composta da quattordici corde e da un’asta di metallo che raschia la lunghezza delle corde creando in maniera convincente il suono di una locomotiva a vapore.
In un’epoca storica che sta finalmente demolendo il mito eroico del Grande Sud ho dovuto rivedere il rapporto che da una vita mi lega a questo film. The General contiene messaggi contraddittori, ma il mio appiglio è quella didascalia, proprio all’inizio del film, in cui si chiarisce che Johnnie Gray è completamente ignaro della loro guerra, per lui contano solo la sua locomotiva e la sua ragazza.
La partitura è scritta per ottavino, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto, clarinetto basso, due sassofoni contralto, sassofono tenore, sassofono baritono, sassofono basso, fagotto, due trombe, due tromboni, tuba, timpani, tre percussionisti, pianoforte, celesta, chitarra acustica, contrabbasso e archi.
Timothy Brock
Musiche composte e dirette da Timothy Brock.
Accompagnamento dal vivo dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Didascalie inglesi con sottotitoli italiani
In caso di pioggia, la proiezione verrà annullata