dal 1 al 5 dicembre 2021

Repliche
dal 01/12/2021 al 02/12/2021 ore 20:30
03/12/2021 ore 10:30 e ore 20:30
04/12/2021 ore 19:00
05/12/2021 ore 16:00

La voce di Primo Levi è quella che più di ogni altra ha saputo far parlare Auschwitz: da oltre settant’anni racconta ai lettori di tutto il mondo la verità sullo sterminio nazista. 
Se questo è un uomo è un’irripetibile opera prima, il libro di avventure più atroce del ventesimo secolo, un memoriale che nella sua nudità sa restituire la babele del campo, i suoni, le minacce, gli ordini, il rumore della fabbrica di morte. 
Nel 2019, in occasione del centenario della nascita di Levi, Valter Malosti firma la regia e l’interpretazione di Se questo è un uomo portando per la prima volta in scena direttamente il romanzo, senza alcuna mediazione. Cura la condensazione scenica del testo con Domenico Scarpa.
A parlare è il testimone-protagonista, ma le sue voci sono varie: Se questo è un uomo contiene una moltitudine di registri espressivi, narrativi, percettivi. Questi fotogrammi del pensiero nel loro divenire sono la vera azione del testo. Riflessioni, guizzi, rilanci filosofici e psicologici, flash-back e flash-forward, “a parte” cognitivi.
Con Margherita Palli, il regista immagina un cortocircuito visivo tra la memoria del lager e le «nostre tiepide case».
Il progetto sonoro, curato da Gup Alcaro, è fondamentale in questa riscrittura scenica: Se questo è un uomo è infatti anzitutto un’opera acustica. A fare da contrappunto i tre madrigali originali creati da Carlo Boccadoro a partire dalle poesie che Levi scrive nel 1945-46, immediatamente dopo il ritorno dal campo di annientamento.
Compongono la drammaturgia visiva anche il disegno luminoso di Cesare Accetta e i contributi video di Luca Brinchi e Daniele Spanò.
Quella di Primo Levi è una voce dal timbro inconfondibile, mite e salda: «considerate che questo è stato». Protagonista dello spettacolo è la voce dell’attore, che resta pacata mentre accoglie e trasmette la tragedia, il canto delle vittime. Cristallina, come lo è la parola, per accompagnarci in una immersione nel male da cui usciamo colpiti e interrogati.


Note:
«Volevo creare un’opera che fosse scabra e potente, come se quelle parole apparissero scolpite nella pietra. Spesso ho pensato al teatro antico mentre leggevo e rileggevo il testo. Da qui l’idea dei cori tratti dall’opera poetica di Levi detti o cantati, e l’idea di utilizzo dello spazio. Una sorta di installazione d’arte visiva più che una classica messa in scena teatrale».

Valter Malosti

Durata:1 ora e 40 minuti
 


dall’opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi editore)
condensazione scenica a cura di Domenico Scarpa e Valter Malosti
uno spettacolo di Valter Malosti
in scena Valter Malosti
e Antonio Bertusi, Camilla Sandri
scene Margherita Palli
luci Cesare Accetta
costumi Gianluca Sbicca
progetto sonoro Gup Alcaro
tre madrigali (dall’opera poetica di Primo Levi) Carlo Boccadoro
video Luca Brinchi, Daniele Spanò
produzione ERT / Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
foto di Tommaso Le Pera
 

Negli stessi giorni gli spazi dell’Arena ospitano la mostra delle tavole tratte dal libro Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi (Comma 22) del disegnatore Pietro Scarnera.