Piazza Maggiore

piazza Maggiore, Bologna

E' il cuore di Bologna, teatro dei principali avvenimenti storici cittadini. Tra gli edifici che la circondano spicca la basilica di San Petronio, progettata nel XIV secolo da Antonio di Vincenzo. Considerata la vera chiesa civica, doveva essere la più grande della cristianità, ma rimase incompiuta. Guardando a destra della basilica c'è il Palazzo dei Notai (1381) antica sede dell'omonima corporazione. Di fronte a San Petronio è l'imponente Palazzo del Podestà (1470) con il portico di Aristotele Fioravanti decorato da 4000 formelle scolpite. L'edificio è sormontato dalla Torre dell'Arengo del XIII secolo, che ospita un campanone di 47 quintali, usato anticamente per chiamare il popolo all'adunata. Il lato est della piazza è interamente occupato dal Palazzo dei Banchi, opera cinquecentesca di Jacopo Barozzi da Vignola. A ponente sorge invece la grande costruzione di Palazzo d'Accursio, sede del Municipio, il cui nucleo originario, del Duecento, corrisponde alla torre con l'orologio. Nel medioevo il palazzo ospitò gli Anziani Consoli e, durante il governo pontificio, il Cardinale Legato, governatore della città.


> Athos Vianelli, Le strade e i portici di Bologna, Roma, Newton Compton, 1982, pp. 331-332


curiosità storiche ...

L'elemento più pittoresco di piazza Maggiore era costituito dal grande mercato al minuto che si svolgeva dal 1390 all'ombra di San Petronio. Ai grandi proprietari si sostituirono nel tempo piccoli agricoltori, che vendevano latte, frutta e verdura portati alla mattina presto in città. Nel Sei-Settecento, ai tempi del Croce e del Mitelli, grandi "illustratori" del folklore della piazza, accanto alle modeste treccole (le baracche degli ambulanti) si aggirava un campionario di varia umanità: "vi posteggiavano cavadenti e ciarlatani, si muovevano o bivaccavano saltimbanchi, cantastorie e innumerevoli mendicanti che simulavano le più ripugnanti malattie e deformazioni, come gli sbasiti che chiedevano l'elemosina stesi in terra, i gonzi che si fingevano scemi, ma facevano scemi gli altri, i buatti che andavano in giro con la mano tesa scuotendo la testa e i ballarini che rivolgevano sguardi languidi ai passanti tremando in tutta la persona".


> Athos Vianelli, Le piazze di Bologna, Roma, Newton Compton, 2006, pp. 27-28


Il 5 giugno 1881 al centro di piazza Maggiore (allora dedicata a Vittorio Emanuele II) fu collocata una fontana dimostrativa per l'inaugurazione del nuovo acquedotto. Un potente zampillo sgorgò vicino alla fermata dei tram a cavalli. Bologna, afflitta da notevoli problemi igienici (nel 1855 il colera aveva mietuto in poco tempo oltre 3000 vittime) per procurasi nuova acqua potabile era ricorsa ... agli antichi. L'ingegnere Antonio Zannoni aveva riattivato il cunicolo romano dell'epoca di Augusto. Nuova acqua, ma alti costi per gli impianti domestici. I poveri dovettero accontentarsi ancora per molto delle fontanelle stradali.


> Cent'anni fa Bologna. Angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, a cura di Otello Sangiorgi e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Costa, 2000, p. 159