
Paul Thurlby's Alphabet
Con il suo Paul Thurlby’s Alphabet, l’autore può davvero riportarci in quell’Alfabetiere in cui siamo stati da bambini. In primo luogo, dunque, c’è la carta, finemente quadrettata. Su di essa l’autore scandisce tutte le lettere con cui scriviamo e leggiamo, ma ci parla soprattutto del loro mondo perché è l’artefice, il proprietario, il demiurgo, il collezionista di tutto ciò che un alfabeto contiene davvero. Così Paul è lieto di accoglierci in questa geografia tipografica dove la balena ritrova il gufo e lo spazio è accogliente come il trapezio. Queste perfette fantasmagorie dicono davvero quale è la sostanza del sogno infantile, ci spiegano perché quando si apprende per la prima volta l’alfabeto ci si mette in viaggio, si va verso i luoghi contenuti nell’alfabetiere, che il bambino decifra come il libro dei veri segreti. Collocato dalla parte dei bambini, Paul è consapevole che senza le pagine a quadretti piccoli non si vedono le luci del Semaforo della vita.