17 ottobre 2024, 18:00
copertina di Nostalgia

incontro in occasione della presentazione del libro di Tezeta Abraham

«Mamma, dove sono nata? Cosa significa il mio nome?»
«Non c’è nulla di bello o speciale nel posto in cui sei nata...
Un’oasi in mezzo al deserto, un posto terribilmente caldo»
mi rispose tra i denti.
Poi la sua espressione si fece malinconica.
«Il tuo nome doveva essere Sara» continuò, «poi abbiamo
deciso per Tztà.»
Per nulla sazia di informazioni, la incalzai chiedendo: «Perché Tztà? Ma non significa nostalgia? Nostalgia di cosa?».

Incontro con Tezeta Abraham in occasione della presentazione del suo libro Nostalgia , HarperCollins, 2024. Dialogano con l’autrice, Gabriella Ghermandi e Beatrice Busi. 

Nostalgia è un memoir profondamente intimo e il viaggio di una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo. Ma non è la nostalgia il sentimento dominante nelle pagine di Abraham. Perché il suo libro di esordio è soprattutto una storia di coraggio, un grido di emancipazione che risuona della forza universale della speranza e della rinascita. Tezeta è una bambina di soli cinque anni quando sua madre la porta via da Gibuti. Non ci tornerà per più di vent'anni. Della terra in cui è nata le sono rimasti pochi ricordi, vaghi e confusi: la zia Aster che si sforza di farla mangiare, i suoi passi a testa bassa sulla strada per la scuola, i giochi con il cugino Abbush e i bambini del quartiere. Le è rimasto il nome, che in amarico significa “nostalgia” e sembra alludere a qualcosa di originario che le mancherà sempre. E il cognome, Abraham, preso da un padre che non conosce, ma che si trascina dietro come un'ombra, come la traccia di un passato divenuto ormai troppo distante. Perché Tezeta è italiana. La madre, per fuggire da un marito violento, l'ha portata a Roma e affidata a un collegio di suore. E negli anni Novanta, Tezeta cresce come in un romanzo settecentesco, in una sorta di prigione in cui le giornate trascorrono uguali, prese nella morsa di una routine inscalfibile, che mal si concilia con il suo temperamento irrequieto. Quando a quattordici anni Tezeta riesce finalmente a lasciare per sempre il collegio, il destino le riserva una svolta sorprendente: vince Miss Africa Italy, diventa una modella e scopre un mondo di cui non sospettava l'esistenza e che è meno brillante di quanto possa apparire. Poi, ormai donna e madre a sua volta, fa ritorno a Gibuti per riempire i vuoti della sua storia familiare e scoprire la verità sulla fuga che le ha cambiato la vita per sempre.

Evento promosso in collaborazione con Libreria delle donne di Bologna e La Casa del Mondo nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna.


Tezeta Abraham attrice, scrittrice nata a Gibuti da genitori etiopi, all’età di cinque anni trasferisce a Roma, città nella quale è cresciuta lavora fin da giovanissima come modella in diverse sfilate e campagne fotografiche per proseguire come attrice nel cast del film Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone, del 2012. Dal 2015 al 2017 è stata nel cast della serie televisiva Rai È arrivata la felicità. Nel 2018 ha scritto e interpretato il corto La festa più bellissima, selezione migrarti per Venezia e ha diretto il corto La pace all’improvviso. Nel 2018 è tra i fondatori del collettivo N – spazio di aggregazione virtuale per le maestranze afro discendenti nel panorama del cinema italiano. Diverse le partecipazioni in dibattiti su diritti di riforma della cittadinanza italiana, integrazione, parità di genere. 

Gabriella Ghermandi è nata ad Addis Abeba nel 1965, e si è trasferita in Italia nel 1979, dove vive a Bologna, città di origine del padre. Seguendo l’arte della metafora tipica della tradizione culturale etiope, scrive e interpreta spettacoli di narrazione e nel 2012 ha dato vita ad Atse Tewodros Project, un’esperienza che coinvolge musicisti etiopi e italiani sui temi della memoria storica, della tradizione e della convivenza tra culture. È stata per due anni direttrice artistica del Festival Evocamondi, rassegna di narrazione e musiche dal mondo, organizzato dalla rivista «El Ghibli» a Bologna. La sua intensa attività teatrale e teorica sul tema della multi-identità e della scrittura è da anni oggetto d’interesse per molti studiosi anche all’estero. Regina di fiori e di perle, il suo primo romanzo, ha fatto il giro del mondo, toccando tutti i continenti, ed è stato studiato in molte università negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Sudafrica, Europa. Nel 2015 è stato tradotto in inglese, pubblicato da Indiana University Press, nel 2017 in amharico, a cura dell’Istituto Italiano di Cultura in Addis Abeba. Nel 2016 è stato libro dell’anno per il «Club europeo del libro» in Canada. Nel 2012 ha dato vita ad Atse Tewodros Project, una ensemble nata da un progetto di recupero dei testi di vecchie canti di guerra intonati contro l’esercito italiano di occupazione. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo album e nel 2024 il suo secondo Album “Maqeda” dedicato alle figure femminili della storia e mitologia etiope: www.atsetewodros.org

Beatrice Busi, ricercatrice precaria e femminista a tempo indeterminato, ha una formazione transdisciplinare in Storia delle donne e dell'identità di genere e un dottorato di ricerca in Filosofia. Si occupa in particolare di lavoro domestico e di cura in una prospettiva intersezionale e ha collaborato con istituti e centri di ricerca, enti locali e organizzazioni del privato sociale nell'ambito della prevenzione e del contrasto alla violenza maschile contro le donne e alla violenza di genere.