Vaticinia Pontificum (prima metà sec. XV)
Ci siamo a lungo aggirati lungo quelle che Genette definisce le soglie del testo: il paratesto presente nelle varie edizioni, le recensioni che lo commentano, i rifacimenti che lo reinterpretano in forma artistica. È ora il momento di entrare all’interno del romanzo per incontrare i temi che lo attraversano, i personaggi che lo animano, i luoghi in cui essi si muovono. Come già detto non tanto per darne un’interpretazione, quanto per rintracciare una documentazione che, al di là del fatto che sia stata o meno utilizzata dall’autore, può illuminare qualche angolo della scrittura o anche solo suscitare curiosità e desiderio di ampliare la conoscenza partendo dalle pagine narrative. Il nome della rosa offre in questo senso percorsi di ricerca pressoché impossibili da esaurire. Come nelle altre occasioni in cui abbiamo applicato questo metodo ai libri scelti per il Gruppo di lettura “Alphaville” la selezione è stata quindi guidata dalla significatività di temi e personaggi ma anche dalla tipologia del patrimonio presente in biblioteca. Spesso anzi, dalla semplice, materiale bellezza di uno dei tanti documenti che si potevano citare. Tutti questi aspetti si assommano nel documento che qui presentiamo e di cui vediamo la miniatura iniziale. Si tratta del manoscritto A.2848 della Biblioteca dell’Archiginnasio, che ha titolo Vaticinia Pontificum, sive Prophetiae Abbatis Joachini ed è databile entro la prima metà del XV secolo. Il documento non solo è consultabile integralmente online (e consigliamo di farlo anche solo per la bellezza delle miniature) ma è stato anche oggetto della mostra curata da Anna Manfron Papi e Sibille. Miniature di profezie medievali in un manoscritto dell’Archiginnasio, tenutasi dal 18 settembre al 6 dicembre 2008 e di cui oggi è disponibile una versione digitale. Da questa prendiamo le parole che presentano il volume:
«La mostra, a cura di Anna Manfron, illustra il manoscritto A.2848 della Biblioteca dell'Archiginnasio che contiene i Vaticinia Pontificum, falsamente attribuiti a Gioacchino da Fiore.
Nel manoscritto, databile entro la prima metà del Quattrocento, simbolici ritratti di Pontefici e raffigurazioni emblematiche sono accompagnati da testi profetici, allegorici ed enigmatici.
L'opera è incentrata su profezie concernenti la successione dei Pontefici e sulle loro responsabilità rispetto al destino della Chiesa. Il testo parla di papi - da Nicolò III a Eugenio IV - senza rivelarne i nomi; ma chi sapeva osservare con attenzione le immagini ed interpretare le parole del testo poteva indovinare gli eventi futuri».
Inutile qui aggiungere altro se non rinnovare l’invito a sfogliare la mostra e il manoscritto, che rende merito a quella abilità di copisti e miniatori a cui abbiamo più volte accennato. Notiamo solamente che le profezie sono state falsamente attribuite a Gioacchino da Fiore, profeta eretico più volte richiamato nel romanzo. Nella prossima immagine saltiamo alla carta 8r.
[Vaticinia Pontificum, sive Prophetiae Abbatis Joachini], prima metà sec. XV.
Collocazione: Ms. A.2848