Umberto Eco, Il nome della rosa (ed. Premio Strega, 2007)
La grande attenzione ricevuta dal romanzo prima ancora della sua uscita si accresce naturalmente quando approda in libreria. Nel luglio del 1981 il successo viene certificato (e amplificato) dalla vittoria del Premio Strega. Fra i 10 finalisti era presente anche l’opera di Siciliano che già nel dossier di «Panorama» citato in precedenza era contrapposta e accoppiata al romanzo di Eco. Una curiosità: il premio in denaro è di 1.000.000 di lire.
Nel 2007 il romanzo esce in una edizione speciale all’interno della collana che la casa editrice UTET dedica alle opere vincitrici del Premio Strega.
Questa edizione contiene una prefazione del grande semiologo Jurij Lotman (p. IX-XLII) intitolata L’uscita dal labirinto, che aveva accompagnato come postfazione la prima traduzione in russo del romanzo, pubblicata nel 1989, quando ancora - dice Lotman - Eco era quasi sconosciuto al grande pubblico di quel paese (in seguito invece verranno tradotte molte sue opere romanzesche e saggistiche). Il semiologo russo, dopo avere dibattuto se quello di Eco sia un romanzo storico o poliziesco e avere scartato entrambe le ipotesi, conclude con l’affermazione che Il nome della rosa , in quanto «romanzo sulla parola e sull’uomo», è un romanzo semiotico perché «la scienza che studia il posto della parola nella cultura, il rapporto tra parola e uomo, si chiama semiotica» (p. XLI).
Lotman era stato citato come teorico di riferimento per il romanzo da Maria Corti nel suo breve articolo contenuto nel dossier uscito su «L’Espresso» il 16 ottobre 1980.
Umberto Eco, Il nome della rosa, prefazione di Jurij Lotman, Torino, UTET, 2007.
Collocazione: 20. N. 420