
«Ho rivisto Nino Bixio mentre passava in città a cavallo. A quanto si dice, il vero capo militare della spedizione è lui. Garibaldi si distrae, pensa sempre a cosa farà domani, è bravo negli assalti e trascina chi gli viene dietro, ma Bixio pensa al presente e mette in fila le truppe. Mentre passavo ho sentito un garibaldino vicino a me che diceva al suo camerata: “Guarda che occhio, fulmina dappertutto. Il suo profilo taglia come una sciabolata. Bixio! Il nome stesso dà l’idea di un guizzo di folgore”» (p. 142).
Eco dipinge Bixio a tinte fosche, come il più crudele degli ufficiali garibaldini. Simonini sfrutta l’odio che la popolazione siciliana prova verso di lui, convincendo un sempliciotto soprannominato Bronte - proprio perché scampato ai massacri perpetrati da Bixio nella cittadina siciliana - a eseguire l’attentato in cui morirà Nievo.
[Ritratto di Nino Bixio]
Collocazione: GDS, Collezione dei ritratti, Cartone 7, Fascicolo 85, Carta 1