Jules Quicher, Strage (1990)
Jules Quicher, Strage (1990)

Come anticipato dalla recensione di Evangelisti appena vista, la prima edizione di Strage esce per Rizzoli nel 1990. Si tratta del secondo libro di una progettatata trilogia, iniziata con Funerale dopo Ustica nel 1989, in cui Macchiavelli - dopo 15 anni di romanzi polizieschi con protagonista Sarti Antonio - si cimenta con storie che si avvicinano anche alla spy story. Generi letterari - il noir, le storie di spie - considerati, soprattutto allora, molto poco “italiani” e che Macchiavelli adotta per indagare, con l’arma della narrativa, proprio alcuni dei più oscuri episodi della storia italiana recente.

Per questa trilogia Macchiavelli decide di adottare uno pseudonimo “straniero” e i due romanzi sono firmati Jules Quicher, proprio per dimostrare, una volta che i romanzi saranno stati venduti con successo, che anche un autore italiano poteva cimentarsi con questi generi.

Ma le cose, da un punto di vista narratologico, sono più complicate. Infatti sia sulla sovracoperta di Funerale dopo Ustica che su quella di Strage, si dice che Jules Quicher è lo pseudonimo di un autore (evidentemente fittizio, ma questo lo sappiamo oggi) che è molto diverso dalla persona Loriano Macchiavelli. Leggiamo come viene presentato Jules Quicher nella sovracoperta di Strage:

Jules Quicher è un esperto di problemi della sicurezza in una famosa multinazionale svizzera. Ha lavorato circa vent’anni in tutto il mondo (anche in Italia, per circa quattro anni, in periodi diversi). Firma anche questo suo secondo romanzo (nel 1989 ha pubblicato presso Rizzoli Funerale dopo Ustica) con pseudonimo perché desidera vivere in pace, non per maniacale culto della riservatezza. Cinquantenne, sposato con tre figli (due femmine e un maschio che frequenta i corsi di una celebre accademia militare europea), vive in una villa su un lago della Svizzera. Di madre italiana e di padre svizzero-francese, Jules Quicher parla e scrive alla perfezione in italiano e francese (sue lingue madri), e in inglese, tedesco e spagnolo.

Lo stesso Macchiavelli, nell’introduzione alla seconda edizione di Strage, uscita nel 2010, sottolinea quanto questa descrizione dipinga un autore ben diverso da lui. Di Jules Quicher viene quindi costruita, in sede editoriale, una biografia fittizia, corredata anche dalle immagini che le due sovracoperte propongono, in cui il viso viene provvidenzialmente nascosto.

Ma le cose sono ancora più complicate. Jules Quicher è infatti anche il nome del protagonista dei romanzi, la cui descrizione coincide solo in parte piuttosto limitata con quella data dell’autore fittizio.

Un gioco di scatole cinesi che regala un grande successo a Funerale dopo Ustica - che sarà oggetto di un prossimo incontro del gruppo di lettura - ma che si interrompe subito dopo Strage. La trilogia non verrà mai completata nella forma prevista perchè il terzo libro, Un triangolo a quattro lati, non viene pubblicato sotto pseudonimo ma col nome di Macchiavelli in copertina fin dalla prima edizione del 1992. Nella prossima immagine scopriremo il perché.

 

Jules Quicher [i. e. Loriano Macchiavelli], Strage, Milano, Rizzoli, 1990.

Collocazione: COSENTINI A. 2