Abbiamo accennato in precedenza all’insurrezione bolognese programmata per il 29 agosto 1853 e mai avvenuta a causa di una delazione che portò all’arresto preventivo dei rivoluzionari. Gabariol li frequenta (capitoli 24-26) e, pur dubbioso, partecipa alla preparazione di questa rivolta, tanto che deve scappare in maniera avventurosa sui tetti bolognesi per non essere arrestato.
Anima del fallito tentativo insurrezionale è l’ebanista Giuseppe Marchi, detto Iusféin, rivoluzionario istrionico che risulta molto simpatico a Gabariol pur sembrandogli «un matto» (p. 146). Marchi - che aveva combattuto l’8 agosto 1848 e che parteciperà in seguito a molti altri episodi rivoluzionari, tanto da morire in esilio ad Alessandria d’Egitto - era anche poeta dialettale, come dimostra l’opuscolo che qui presentiamo e che può essere letto integramente online.
Giuseppe (Iusféin) Marchi, Puc vers in dialétt d'un uperari bulgnèis che n'sa nè lézer nè scriver stampà a prufètt del scol dl’infanzia, Bulògna, dalla stamparì dèl Sass in tel Spadarì, 1848.
Collocazione: Scritt. bologn. filol. Compon. in dialetto bolognese. Cart. I, n. 26