L’ambientazione principale del romanzo è Piana degli Albanesi, paese d’origine di Stella, che vi torna nel 1980, quando ha 39 anni, inviatavi dal colonnello Dalla Vita, suo responsabile nella struttura gerarchica dei Servizi segreti a cui appartiene. Stella, che da piccola veniva affettuosamente chiamata Nina, è stata portata via da Piana all’età di sei anni, in seguito alla morte dei genitori nell’eccidio di Portella della Ginestra. Non ricorda niente dei suoi primi anni di vita, ma il contatto con il paese e con alcuni dei suoi abitanti che l’hanno conosciuta bambina le permette un po’ alla volta di recuperare la memoria della propria infanzia. Con i ricordi di vita torna anche la memoria culturale legata ai luoghi, esemplificata lungo il romanzo dalla riacquisizione da parte di Stella-Nina della lingua arbëreshe, cioè la lingua parlata dagli “albanesi d’Italia”.
Piana infatti - che fino al 1941 si chiamava Piana dei Greci - è uno dei paesi fondati nella seconda metà del XV secolo dai profughi albanesi che sbarcarono sulle coste dell’Italia meridionale, fuggiti dalle loro terre d’origine a causa dell’invasione ottomana della penisola balcanica. Per una prima informazione sulla nascita del paese si può leggere l’articolo Piana degli Albanesi: la fondazione di Matteo Mandalà, in cui viene presentata anche la fotografia dei Capitoli che regolarono la fondazione della colonia e i suoi rapporti con le istituzioni siciliane.
Questi Capitoli, insieme a quelli di altri insediamenti arbëreshë in Sicilia, sono stati raccolti da Giuseppe La Mantia nel volume che vediamo in questa immagine. Potete leggere online i Capitoli di Piana, stipulati una prima volta il 30 agosto 1488 e più volte confermati nel corso dei secoli.
I Capitoli delle colonie greco-albanesi di Sicilia dei secoli XV e XVI, raccolti e pubblicati da Giuseppe La Mantia, Palermo, A. Giannitrapani, 1904.
Collocazione: BALDACCI E. 216