Questa ricerca relativa al romanzo di Eco non può non riportare chi frequenta fin dall’inizio il Gruppo di lettura “Alphaville” alle letture dei romanzi di Valerio Evangelisti in cui è protagonista l’inquisitore Nicolas Eymerich. Il nome della rosa mette in scena infatti un altro inquisitore che proprio grazie alla comparsa in queste pagine narrative viene scoperto, seppur superficialmente, anche dal grande pubblico: il francese Bernardo Gui.
Fra Eymerich e Gui - i personaggi storici, non i loro alter ego finzionali - c’è un legame importante: entrambi hanno scritto un vero e proprio manuale dell’Inquisitore. Eymerich il Directorium Inquisitorum, Gui la Practica inquisitionis heretice pravitatis. Su queste due opere per secoli - Nicolas agisce alla fine del XIV secolo, quindi qualche decennio dopo Bernardo - sono fondate e regolate le modalità con cui si svolgevano i processi inquisitori.
Tornando sul versante letterario va però detto che il Ciclo di Eymerich e l’opera di Eco sono molto distanti fra loro. Evangelisti nega recisamente e con un certo fastidio di essersi ispirato a Il nome della rosa (e fa capire anche di non apprezzare particolarmente l’Eco romanziere) proprio all’inizio di una interessantissima intervista rilasciata insieme a Wu Ming 1 nel 2002 (Il mucchio incontra Valerio Evangelisti e Wu Ming 1. Storie, lettere e artigianato, «Il mucchio selvaggio», 10-16 dicembre 2002, n. 513. Gli intervistatori sono Alessandro Besselva Averame, Aurelio Pasini e Francesco Mezzetta). Il personaggio Eymerich però non può ignorare il suo illustre predecessore, infatti lo cita in più di un romanzo e sempre in maniera piuttosto critica (si veda il saggio di Alberto Sebastiani Nicolas Eymerich. Il lettore e l'immaginario in Valerio Evangelisti). Mettere in relazione i due personaggi - e quindi le opere narrative di cui sono protagonisti - sembra però inevitabile, non fosse altro che per metterne in luce le differenze. Lo stesso Sebastiani infatti apre con questo paragone la sua introduzione al primo volume della Titan edition dei romanzi del Ciclo di Eymerich, specificando che se Nicolas «apprezza l’opera repressiva» di Bernardo «lo stesso non può dire del suo libro: non gli sembra abbastanza efficace» (p. VI). Eymerich dunque, nella finzione narrativa, scrive il suo Directorium inquisitorum anche per sopperire alle mancanze del manuale redatto da Gui.
Un interessante parallelo tra le opere di Nicolas e Bernardo si trova in L'inquisition dans le Midi de la France au XIII et au XIV siecle. Étude sur les sources de son histoire di Charles Molinier, p. 232-236.
L’inquisitore Eymerich di Francesco Mattioli, immagine guida del progetto di lettura Alphaville dedicato a Valerio Evangelisti realizzato nel 2023.