Eugène Sue, I misteri del popolo (1868-1870)
Eugène Sue, I misteri del popolo (1868-1870)

Per il prossimo passo del cammino verso i Protocolli torna in scena Eugène Sue. Les Mystères du peuple, opera più tarda e meno conosciuta de Les Mystères de Paris, rientra in pieno in quel sottogenere feuilletonesco che si occupa di esplorare il sottobosco delle metropoli, i bassifondi in cui le storie criminali si mescolano alle istanze di rivolta sociale e alle richieste di alleviare la vita difficile delle classi sfruttate dal nascente sistema industriale e capitalistico.

Un sottogenere che anche in Italia trova terreno fecondo nella seconda metà dell’Ottocento, anche se Collodi confessa di avere intitolato la sua opera I misteri di Firenze solamente per compiacere l’editore che vuole sfruttare il successo commerciale di questa tipologia di pubblicazioni. Il capoluogo toscano infatti non può ospitare nessun mistero, perché è una città così piccola che è impossibile che vi succeda un episodio importante o curioso senza che venga immediatamente conosciuto dalla popolazione (si veda l’antologia L'Italia dei misteri. Storie di vita e malavita nei romanzi d'appendice, a cura di Riccardo Reim).

Ne I misteri del popolo si trova la lunga lettera che Simonini utilizza e saccheggia per costruire la sua scena madre della riunione dei capi delle tribù ebraiche nel cimitero di Praga. Si tratta della lettera spedita «da padre Rothaan, generale della Compagnia [di Gesù] (e personaggio storico)» al «malvagio Monsieur Rodin, quintessenza della cospirazione gesuitica [...] replica dei Superiori Sconosciuti di clericale memoria» (Umberto Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, p. 167). 

Ne Il cimitero di Praga succede però che, per ben due volte, della lettera si invertono mittente e destinatario.

 

«C’era così nel libro [I misteri del popolo, n.d.r.] una lunghissima lettera di padre Rodin (che era già apparsa nell’Ebreo errante) al generale dei gesuiti, padre Roothaan, in cui il complotto era esposto per filo e per segno» (p. 119).

 

E ancora:

 

«Dunque era evidente che Joly si era ispirato alla stessa fonte a cui si era ispirato lui, e cioè alla lettera di padre Rodin a padre Roothaan ne I misteri del popolo di Sue» (p. 203).

 

In nessuna edizione de Il cimitero di Praga questi passi sono stati corretti per citare correttamente il romanzo di Sue. Si nota anche che nel passaggio da Sei passeggiate nei boschi narrativi al romanzo, padre Rothaan ha leggermente mutato il cognome in Roothaan, che è la forma corretta per indicare Johannes Philippus Roothaan, generale della Compagnia di Gesù dal 1829. 

 

Eugène Sue, I misteri del popolo. Storia di una famiglia di proletari lungo il corso dei secoli, 5 vol., Milano, presso la Libreria di Dante Alighieri di Enrico Politti, 1868-1870.

Collocazione: 9. P. IV. 37-41