Biblioteche di Bologna
copertina di Una strana creatura nel mio armadio
Mercer Mayer

Una strana creatura nel mio armadio

traduzione di Gabriella Manna
Kalandraka, 2015,
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E\' un\'uscita editoriale della fine del 2015 che abbiamo accolto con contentezza. Si tratta della traduzione di There’s a nightmare in my closet, un libro americano pubblicato per la prima volta nel 1968. Le edizioni Emme lo avevano poi proposto in Italia, in una edizione tascabile, negli anni ottanta col titolo di Brutti sogni in ripostiglio. Questa nuova edizione di Kalandraka restituisce all\'albo le dimensioni originali e questo ci fa molto piacere perché le belle illustrazioni trovano in questo modo il giusto spazio nelle pagine. Si tratta di una storia notturna, forse proposta molte volte, ma qui realizzata con una maestria rara. E\' sera e il protagonista si trova, solo, nel suo lettino. L\'illustrazione a tutta pagina ce lo mostra con gli occhi fissi alla fessura della porta dello sgabuzzino, la tenda della finestra è mossa da un refolo d\'aria e fuori si scorge la luna. La stanza ha solo gli elementi essenziali, quelli necessari a renderla simile alla stanza in cui ogni bambino dorme. \"C\'era una strana creatura nell\'armadio\" racconta il testo. La storia si svolge interamente all\'interno della stanza. Le immagini, che narrano insieme alle parole, ci mostrano a volte l\'intera stanza, a volte solo i particolari necessari al procedere della narrazione. Il testo è breve e rende un ritmo piacevole all\'insieme. Il bambino protagonista chiude la porta dello sgabuzzino, si arma per difendersi e spia l\'uscita dell\'orrida creatura. Come in tutte le storie ben raccontate, gli eventi che si succedono non giungono a nessun compimento definitivo. Il buio dello sgabuzzino continua a evocare immagini di mostri e le soluzioni che si trovano sono sempre temporanee. Si legge così, col fiato sospeso, si girano le pagine cercando una rassicurazione che arriva solo in parte. E\' un libro che apprezziamo molto perché non persegue un finale che consola e rassicura e lascia con quel brivido di incertezza e di mistero che è caratteristica di tutta la buona letteratura.