H. P. Lovecraft, Il colore venuto dallo spazio, da I mostri all'angolo della strada, Milano, Il saggiatore, 2011
Le radici della cultura fantascientifica non risiedono unicamente nelle formidabili avventure immaginate da Jules Verne e da H. G. Wells, o nel mood gotico del Frankenstein di Mary Shelley. A ben vedere certi archetipi del genere sembrano discendere dall\'allucinata immaginazione di H. P. Lovecraft, autore ancor oggi di culto e per certi versi “liquidato” come un epigono del più raffinato Edgar Allan Poe. L\'universo terrorifico di Lovecraft è certamente dominato da tenebrose mitologie esoteriche e senz\'altro compromesso con il rigore investigativo che innerva i “Tales of grotesque and arabesque”, ma la genialità dello scrittore di Providence è quella di consegnare le origini delle sue mostruose creature alle stelle. “Il colore venuto dallo spazio” fa precipitare un orrore inconcepibile dalle volte sideree fino alla tranquilla campagna americana, mentre in un altro dei suoi più riusciti racconti, “Colui che sussurrava nelle tenebre”, una tecnologia protofantascientifica è messa al servizio di esseri misteriosi e ripugnanti.