
Il racconto dell’attentato organizzato da Felice Orsini compare nel romanzo quando Simonini è stato mandato segretamente in carcere a Parigi dai servizi segreti francesi per avvicinare Maurice Joly, autore del volume Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu, ou La politique de Machiavel au XIX siècle par un contemporain, che diventerà per il protagonista una nuova fonte a cui attingere per costruire la scena madre della riunione nel cimitero di Praga. Oltre allo scrittore, Simonini in prigione incontra l’esperto di esplosivi Gaviali che - a suo dire - avrebbe dovuto preparare gli esplosivi per Orsini, che però all’ultimo momento aveva preferito rivolgersi agli inglesi «Perché si sa, gli stranieri sono sempre più bravi di noi» (p. 206).
Nell’immagine un carcerato della prigione di Sainte-Pélagie, la stessa in cui viene rinchiuso Simonini.
Adolphe Guillot, Paris qui souffre. Les prisons de Paris, dessins d’après nature par Montégut, Parigi, E. Dentu, 1890.