Il dottor Froïde su «La difesa della razza»
Il dottor Froïde su «La difesa della razza»

Il capitano Simonini incontra nel terzo capitolo, Chez Magny, un «mediconzolo» austriaco di nome Sigmund - «è un nome ebreo?», si chiede (p. 49) - e cognome Froïde - «credo si scriva così» (p. 47). Con lui dialoga, a lui fornisce cocaina, delle sue teorie si avvantaggia per gestire la dissociazione di personalità subita in seguito agli eventi raccontati nel capitolo Una notte a messa.

Nel 1939 «La difesa della razza» dedica un lungo articolo alla morte di Sigmund Freud, «il giudeo che pretese, anzi volle dare a intendere, di aver creato un edificio dottrinario che servisse d’interpretazione a tutta la vita psichica» (Alfonso Petrucci, Il demone della sessualità. Morte dell’ultimo illusionista, p. 27).

 

«La difesa della razza», II, n. 24, 20 ottobre 1939.

Collocazione: B. XI. 15