L'Esposizione Universale del 1867
L'Esposizione Universale del 1867

«La luce elettrica... In quegli anni gli sciocchi si sentivano attorniati dal futuro. Era stato aperto un canale in Egitto che univa il Mediterraneo al mar Rosso per cui per andare in Asia non occorreva più fare il giro dell’Africa (e così si sarebbero danneggiate tante oneste compagnie di navigazione), era stata inaugurata una esposizione universale le cui architetture facevano intuire che quello che aveva fatto Haussmann per rovinare Parigi era solo un inizio, gli americani stavano terminando una ferrovia che avrebbe traversato il loro continente da oriente a occidente, e dato che avevano appena dato la libertà agli schiavi negri ecco che questa plebaglia avrebbe invaso tutta la nazione facendola diventare una palude di sanguemisti, peggio che gli ebrei» (p. 279-280).

 

Abbiamo già visto parlando di un’altra Esposizione parigina, quella del 1889, i sentimenti nostalgici che il capitano Simonini nutre per la Parigi pre-Haussmann, la cui scomparsa va completandosi nella seconda metà del XIX secolo. Sorprendono ancora meno le invettive razziste.

Nell’immagine a fianco (qui visibile a una migliore definizione) è rappresentato il sito principale dell’Esposizione del 1867.

 

L'esposizione universale del 1867 illustrata. Pubblicazione internazionale autorizzata dalla commissione imperiale dell'esposizione, 3 vol., Milano [etc.], E. Sonzogno, 1867.

Collocazione: 34. E. 248 / 1-3