REPORT N. 34 - GDL LEGGEREZZA - L’anno della lepre di Arto Paasilinna
Mercoledì 8 novembre 2017, ore 17.00
XXXIV incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.
Emerge fin dalle prime battute della discussione quanto anche questo romanzo abbia suscitato sensazioni opposte nei lettori. E’ evidente come ciascun fruitore colga aspetti diversi di una stessa realtà, naturalmente secondo il proprio background, e si sottolinea come per conseguenza possa divenire molto complicato relazionarsi ed interloquire tra gli esseri umani, apparentemente tanto simili.
La scrittura appare a tutti estremamente semplice, in stile giornalistico, descrittivo, senza alcun tipo di introspezione o di speculazione che vada ad approfondire i temi del racconto. Una scrittura leggera per una novella più che un romanzo, come peraltro indicato dall’autore stesso. La mediocre traduzione per l’edizione di Iperborea non aiuta certo la bellezza dell’espressione.
Le minuziose descrizioni dei percorsi nella foresta, degli animali e del paesaggio naturale, se non incidono fino ad emozionare o a segnare la coscienza del lettore, rappresentano comunque una bellissima, immensa Finlandia. Le situazioni paradossali che si susseguono mantengono una cifra quasi favolistica.
Vi si legge una comicità marcata da parte di alcuni che altri non hanno poi così tanto rilevato, se non forse nelle briose pagine iniziali che danno l’avvio all’avventura, fulcro della storia. È pur vero che questo libro dissacra la religione, l’esercito, lo stesso capo dello Stato. Davvero grotteschi risultano certi personaggi, come il prete o i militari nella caccia all’orso. Anche le poche donne che vi compaiono non ricoprono ruoli edificanti, sono frivole e insulse creature schiave dei propri capricci, tranne quella che alla fine sceglie il percorso – il destino - anche per il protagonista, Vatanen.
Molti i temi riscontrati: il rifiuto del perbenismo moralista, l’alienazione della società contemporanea, la stupidità dei militari, l’apparato statale ridicolo, ma tutti da leggere tra le righe. Si esalta il senso dell’ospitalità della gente finlandese, spesso derivante da una religiosità primitiva, che consente a Vatanen di trovare sempre accoglienza, perfino comprensione, ed aiuto economico per proseguire, anche nelle terre affatto sconosciute.
Il tema principale, l’evasione dalla condizione di sottomissione ai poteri, pubblici e privati, è chiarissimo e promette un riscatto che si realizza in forme assolutamente non programmate, piuttosto casuali, legate alle persone e ai luoghi più che alla volontà del singolo. Dunque la libertà è la fuga in sé.
Ci si chiede nel Gruppo come mai questo romanzo abbia riscosso in patria un tale unanime consenso e sia rimasto così fondamentale per la cultura finnica; a tale proposito si richiama anche il Kalevala. Ci si ripromette quindi di ottenere una risposta direttamente da un contatto finlandese.
Infine non si può prescindere dalla presenza degli animali. La lepre, unica, tenera depositaria degli affetti in tutta la narrazione, è il pretesto per inseguire ben altre illusioni, l’orso è metafora dell’identità stessa di Vatanen, selvaggio, coraggioso o folle, o forse sia l’uno che l’altro. Un uomo così apparentemente inoffensivo che si intestardisce fino a diventare feroce se non ottiene la distruzione del suo personale orso.
Si ricorda, per una certa analogia, il film Into the wild di Sean Penn.
L’incontro si è svolto, come sempre, in un clima di piacevole, vivace e appassionato confronto.
Per l’appuntamento di mercoledì 6 dicembre 2017 alle ore 17.00 si leggerà:
Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse
Per l’appuntamento di mercoledì 10 gennaio 2018 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
Termine dell’incontro alle ore 18.45
Sofia Iaccarino