Report n. 31 - GDL Leggerezza - Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Raymond Carver
Mercoledì 3 maggio 2017, ore 17.00
XXXI incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.
Una raccolta di racconti per la seconda volta (dopo Alice Munro) nel percorso culturale del Gruppo.
È palese fin dall’inizio che questo autore trova nei suoi lettori posizioni ben distanti tra loro, nonostante il riconosciuto successo internazionale. Piace e coinvolge, non attrae e deprime, stimola e ferisce, affascina e lascia perplessi.
Ben prima dei contenuti, colpisce lo stile narrativo asciutto, senza orpelli, un linguaggio scarno ma efficace rappresenta situazioni assolutamente comuni, disegna personaggi in modo essenziale, un po’ come fa il caricaturista che in pochissimi tratti coglie le peculiarità di un soggetto. Uomini e donne quasi sempre senza volto, non una ben determinata persona, ma una serie di tipi che incarnano di volta in volta le svariate passioni, la bieca violenza, le emozioni e le debolezze, i caratteri che si vogliono trasmettere.
Perché Carver non narra, si limita a osservare e mostrare i fatti, come un giornalista dà una notizia senza interpretazioni, ovvero come si fa per uno sketch in TV. I suoi racconti, quando non restano sospesi o addirittura incomprensibili, terminano spesso con chiusure taglienti, perentorie, che sono un pugno in faccia a chi legge, costringono a chiedersi il perché delle cose. E’ compito del lettore rielaborare l’implicito.
Rare le concessioni a descrizioni appena più dettagliate, benché si possano riscontrare degli sprazzi lirici nella abituale crudezza dei vari quadri esistenziali. Mai una riflessione psicologica, mai una spiegazione o un commento che possa rivelare l’opinione dello scrittore. Ma l’autore, intelligente e acuto, è proprio lì, nella scelta che opera, nel non detto. Suggerisce il dramma senza raccontarlo, uno scultore del legno, getta sulla strada la pietra insanguinata e se ne va. Straziante.
Le situazioni sono di un’estrema povertà culturale e di evidente squallore. E i luoghi, come le persone, sono quelli della vita quotidiana, solitamente degli interni, niente di straordinario. La banalità dei rapporti è l’apparentemente innocuo contesto di avvenimenti del tutto normali che divengono dirompenti nella loro improvvisa tragica evoluzione. Esplodono in silenzio solitudine disperazione, tristezza. Ma la violenza non è sempre gratuita, ogni atto è motivato da rancore, indifferenza o incomunicabilità.
Innegabile il disagio che ne deriva per tutti i lettori, certamente non conforto. Mentre si afferma la sensazione di angoscia derivante da tanta brutalità, ci si domanda se tutto questo non sia sottilmente autobiografico.
Carver scruta una società dolente, priva di affetti e di valori; nessun valore alla vita in sé: la società americana contemporanea. Vi si riconosce in qualche modo la tipica società liquida di Bauman.
Inevitabile il confronto tra la nostra identità sociale e quella statunitense verso cui inesorabilmente sembra tendere per certi atteggiamenti e abitudini o episodi violenti sempre più frequenti.
Il racconto più citato è quello che dà il titolo alla raccolta, non sembra un caso che sia proprio l’unico in cui si discute del tema dell’amore in modo un po’ più ampio. Notevoli anche altri, come Il Bagno e Sacchetti. Si sottolinea come sia intervenuto pesantemente l’editor sulla stesura originale.
Si decide unanimemente, infine, di ritrovarsi tutti qui in Biblioteca alla proiezione del film di Robert Altman ispirato a questo libro: America Oggi, il prossimo mercoledì 10 maggio alle ore 19.00.
Il clima dell’incontro è stato, come al solito, quello di un animato ma corretto dibattito.
Per l’appuntamento di mercoledì 7 giugno 2017 alle ore 17.00 si leggerà:
Venere privata di Giorgio Scerbanenco
Per l’appuntamento di mercoledì 11 ottobre 2017 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Teresa Batista stanca di guerra di Jorge Amado
Termine dell’incontro alle ore 19.15
Sofia Iaccarino