Report n. 59 - GDL Leggerezza - Fiesta di Ernest Hemingway

Mercoledì 7 ottobre 2020, ore 17.00
LIX incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Sala blu. Centro civico Borgatti.

Un'opera che risulta molto controversa. I giudizi del Gruppo attraversano tutta la gamma delle percezioni, dalla soddisfazione al limite dell'entusiasmo al rifiuto completo.
I dialoghi, che prevalgono di gran lunga nella narrazione, sempre brevi e veloci, sono incisivi e brillanti, la parte più riuscita del romanzo, oppure superficiali, insignificanti e ripetitivi, faticosi. Le descrizioni del viaggio e degli ambienti accurati ed emozionanti oppure pesanti e poco coinvolgenti. Lo stile ricorda Francis Scott Fitzgerald ma non ne possiede l'eleganza.
Di tutti i contesti è piaciuto soprattutto il racconto delle gite al fiume per pescare e la rappresentazione delle stupende montagne di Burguete. Trascurato purtroppo l'aspetto culturale di Parigi, in quel periodo così brulicante di grandi artisti. Si concorda, invece, nel ritenere la raffigurazione del paesaggio urbano e lo svolgersi della Fiesta di Pamplona i capitoli più interessanti del racconto.
Si percepisce chiaramente come la corrida fosse, e sia ancora oggi, una passione innata nel popolo spagnolo e si ricorda l'analogo intenso sentimento di comunità che ispira il Palio di Siena. Il terribile spettacolo della corrida, però, ha come scopo preciso il massacro degli animali (e quello degli uomini è un danno collaterale) mentre il Palio si alimenta dello spirito di competizione, divisivo e unificante nel comune traguardo della vittoria. L'una penetra un'intera nazione, l'altro soltanto una città. Si richiama uno de I quarantanove racconti: L'invitto, che è un emozionante capolavoro dello stesso autore, commovente nel minuzioso descrivere la tensione, i timori e il dolore, i pensieri dei protagonisti nell'esatto compiersi del combattimento nell'arena. Si pone l'interrogativo se la corrida sia un modo per inseguire la morte.
I personaggi appaiono tutti secondari; se hanno una storia, se ne accenna piuttosto approssimativamente, benché la critica ne abbia identificato l'esatta corrispondenza con le persone che Hemingway frequentava in quegli anni. Nel gruppo degli amici Jake/Ernest, l'io narrante, ha una sua dignità che emerge più volte a dirimere problemi e conflitti, e manifesta un disagio derivato dai danni della guerra, che lo distingue. Brett è la sola donna degna di nota. Affascinante, volubile e alcolizzata, è autentica e segue unicamente il suo istinto; appare mirabile protagonista nella conclusione del romanzo.
L'alcolismo tipico della società americana - non bisogna dimenticare che l'opera è stata scritta in pieno proibizionismo - trova largo spazio nella vita di questi giovani, espatriati per puro divertimento. Le bevute e il continuo arrabattarsi per procacciarne ancora sono funzionali a compensare il momento peggiore: la notte solitamente insonne, fanno da collante tra loro, spesso incontrati a caso e sconosciuti l'uno all'altro. Il loro rapporto vive dell'alternarsi di pianti e parole, di insulti e gesti di sincera solidarietà.
Forse proprio la Grande Guerra, che li ha visti impegnati come l'autore, motiva comportamenti così instabili ed avventati, è la Lost Generation, appunto.
L'antisemitismo così evidente suggerisce i prodromi del nazismo e del fascismo. Un'ulteriore discussione nasce intorno alla questione se si tratti di un romanzo datato o moderno.

Termine dell'incontro alle ore 18.15

Per l’appuntamento di mercoledì 4 novembre 2020 alle ore 17.00 si leggerà:
La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
Per l’appuntamento di mercoledì 2 dicembre 2020 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Il bambino di Budrio di Angela Nanetti

Sofia Iaccarino